Hanno detto di noi...

RECENSIONE DE : L’Isola che non c’era.

Osservatorio permanente sulla canzone d’autore. Anno IX , numero 33 , luglio 2004

In Toscana spira un'aria interessante, […]da Livorno gli Acquaforte che con “Da un posto lontano” arrivano al primo disco. Un debutto da lungo preparato, visto che i prodromi del gruppo affondano al 1996 e, dopo cambi di formazione, si è arrivati alla forma attuale di sei elementi agli albori del nuovo millennio. Gli Acquaforte erano nati come band di cover di cantau­tori italiani, ibridati in salsa tra jazz e funk. Già una ipotesi interessante, ma ancora di più lo è l'evoluzione subita. Testi e musica ­d'autore in proprio e un crogiulo mu­sicale che suggerisce echi jazz, latino americani e persino balcanici. Ma non spa­ventatevi, di balcanico ci sono solo echi e nemmeno roventi: un po’ di Capossela e molto Fossati per cercare padri nobili mol­to vicini e conosciuti. Un debutto che, fat­te le debite proporzioni, ricorda quello dei Sulutumana: un gruppo che si capisce ha frequentato e as­similato i cantautori italiani con ma lun­ga serie di buoni ascolti. Mani e Ahi que ariba gli episodi più interessanti in un disco che scivola sul lettore senza mai creare attriti. Buoni i testi, ottima musica, piacevoli impasti vocali: per un debutto ci sono tutte le carte in regola.

RECENSIONE DE : Il Tirreno, 14/05/04

Piombino

CAMPIGLIA. La stagione musicale del teatro dei Concordi è giunta al suo ultimo appuntamento, per certi ver­si il più atteso, questa sera al­le ore 21.15, dato che la serata coincide con l'evento del tut­to appetitoso della presenta­zione del Cd "Da un posto lon­tano", il primo inciso dal va­riegato gruppo degli Acqua­forte (la voce è il piombinese Federico Botti) portati in sce­na dal produttore Alessio Bar­bieri per Spazi Sonori. Si trat­ta di un disco più profondo e articolato rispetto alla musi­ca "da ragazzini", è un prodot­to docile nel farsi ascoltare nonché chiaro e forte nei mes­saggi culturali e musicali che suggerisce e completamente acustico. Il gruppo si impe­gna in una ricerca concentra­ta sulla musica della cultura italiana e mediterranea. Non rimane che andarli ad ascolta­re per informazioni rivolger­si al botteghino del teatro tel. 0565.837028

RECENSIONE DE : Il Tirreno, 14/05/04

LIVORNO.

Stasera alle 21, al Concordi di Campiglia, l'uscita ufficiale del primo CD degli Acquaforte; "Da un posto lontano", per l'etichetta Spazi Sonori. Acquaforte, nato nel'96 con forte orientamento al jazz, al funk e ai grandi autori italiani, è uno dei gruppi più interessanti fra i tanti che a Livorno vanno sperimentando una poetica ed un sound originale.
Sei musicisti, Federico Botti (voce), Matteo Fusaro (piano e tastiere), Nino Pellegrini (contrabbasso), David Domilici (percussioni), Riccardo Neri (batteria), Marco Del Giudice (chitarre), ciascuno con un curriculum artistico e professionale di rilievo, hanno costruito in anni di lavoro la cifra stilistica del gruppo, che oggi, metabolizzate le prime esperienze, si orienta ad una musicalità popolare aperta all'influenza di sonorità etniche di altre culture, con una dichiarata attenzione alla nostra canzone d'autore.
Sono tutti livornesi, se si esclude il piombinese Federico Botti: chi per nascita, chi perché è approdato alla nostra città alla fine di un percorso di esperienze diverse, e tutti hanno trovato nella nostra città ragione di restare per fare musica.
Questo loro primo CD  10 canzoni, delle quali il chitarrista Marco Del Giudice ha scritto testi e musiche, è anche il "manifesto" artistico e politico di Acquaforte. 1 richiami alle sonorità balcaniche di "Incubo (gelogastroelettoral)", le atmosfere latino americane di "Ahi que arriba", gli echi di un sound mediterraneo diffuso sono il materiale sonoro che anima tematiche di forte sapore sociale.
Così “l’omino sul filo" ci ricorda, con malinconica tenerezza e riflessione poetica, Vaschino, personaggio livornese, di quelli cui fa spesso compagnia il vino, che, disegnata sull'asfalto una linea col gesso, ci camminava sopra e si sentiva un formidabile funambolo. "L'omonero" sono invece tutti quelli coloro che fanno paura perché diversi: quelli con gli occhi a mandorla, il lavavetri magrebino che viene a "sprecare qui l'acqua che dove viveva non c'è", il clochard che l'odore che ha non è certo Chanel". "Da un posto lontano", il brano che dà il titolo al CD, affronta il tema dell'immigrazione, prendendo spunto dal libro di Tahar Ben Jefloun, "Le pareti della solitudine", mentre il doloroso "Barche di cartapesta" evoca il destino tragico dei clandestini, che imparano sul mare di Sicilia e di Otranto "quanto costa il viaggio di una vita". Storie, delusioni, rabbie, aspirazioni raccontate con ironia e con sentimento, con quello stesso mix di distacco e passione che è nel carattere dei livornesi.

Maria Torrigiani

RECENSIONE DE : La brigata Lolly ( www.bielle.org )

Non sono affatto male gli Acquaforte! Che dalla Toscana stia passando qualche “gumbo” favoloso nell’aria che trasforma i suonatori in abili cesellatori di melodie e di testi? Dopo i Del Sangre di Firenze, ecco gli “Acquaforte” di Livorno, a loro volta al debutto,sostanzialmente autoprodotto, ma non di primissimo pelo come esperienze musicali. La loro storia affonda fino al 1996 in formazioni varie, prima di dare luogo alla formazione attuale nel 2000. Nascono come band di cover di cantautori italiani, ibridati in salsa tra jazz e funk. Già un’ipotesi interessante, ma ancora di più lo è l’evoluzione subita. Testi e musiche d’autore in proprio e un crogiuolo musicale che suggerische echi jazz, latino-americani e persino balcanici.

Ma il tutto, che potrebbe essere anche troppo, è gestito in punta di dita da musicisti che sanno il fatto loro, organizzati da Marco del Giudice, chitarrista e autore di tutti brani. Per cui il clima balcanico, strasentito in questi ultimi tempi, fino al limite della nausea, è solo ricordato in alcuni passaggi che sanno di Vinicio Capossela, mentre in altri brani c’è più un sentore di Fossati e altrove riaffiorano Paolo Conte o Fabrizio De Andrè, ma sempre con grande delicatezza.

I testi, che purtroppo non si trovano nemmeno sul sito (http://www.acquaforte.net/) sono di buona qualità complessiva, anche se la lettura faciliterebbe la comprensione. Le tematiche sono storie quotidiane di vita e solo ogni tanto sembrano sfiorare la facilità della canzone
pop (“Filastrocca” che però dichiara il gioco già nel titolo).

Sul sito Marco del Giudice introduce così il disco: “"La vita è un viaggio, la musica pure, si scrive, si arrangia, si suona, ma il momento magico, quello veramente più bello, è l'attimo in cui nella testa ti rimbalza l'idea, la scintilla, tutto è chiaro tutto torna, hai il soggetto per scrivere la storia, la musica e l'arrangiamento e già te l’immagini come deve essere il brano, a questo punto prendi la chitarra, il foglio e la penna e cominci, mano a mano l'idea base prende piede, "ho già tracciato sul pavimento .... “ - bella storia, mi dico, parlo di Vaschino l'ometto che nella mia infanzia ho incrociato spesso per le vie di Livorno, tracciava per terra una riga col gesso e poi ci saltava sopra giocando a fare l'equilibrista. Però, a pensarci bene, anche io faccio l'equilibrista ogni giorno, lavoro, famiglia, amore, problemi, musica, giorni belli e brutti, parlo di Vaschino per non parlare di me o forse sto parlando di me usando Vaschino? Mi sa tanto che è così!” Bella consapevolezza. Gli Acquaforte sono in 5: Federico Botti, voce (l’unico non di Livorno; è di Piombino); Marco del Giudice, chitarra (autore dei testi e delle musiche); Matteo Fusaro, piano; Nino Pellegrini, contrabbasso; David Domilici, percussioni e Riccardo Neri, batteria.. Non una formazione da Big Band, ma sufficiente per garantire un tappeto armonico senza strappi, compatto e consistente, in un disco senza vistosi cedimenti.

Fatte le debite proporzioni, la proposta degli Acquaforte ricorda quella iniziale dei Sulutumana in “Danza”, quando la profonda conoscenza della musica d’autore italiana rendeva facile trovare nei vari pezzi passaggi di autori conosciuti, senza che la proposta musicale sembrasse mai derivativa. Sul sito tutti i brani sono ascoltabili in brevi estratti ed alcuni scaricabili. Parola di Bielle: conviene farci un passaggio. “Ahi que ariba (questa luna del Messico” e “Mani” le mie preferite.)

RECENSIONE DE : L’Isola che non c’era.

Osservatorio permanente sulla canzone d’autore. Dicembre ‘02

Nati come cover-band nel 1998, ispirati dal cantautorato italiano, Paolo Conte, Vinicio Capossela, ma anche Sergio Caputo, e da alcuni autori stranieri, Tom Waits e Charlie Mingus, gli Acquaforte prediligono atmosfere jazzate, anzi, come dicono essi stessi, “quasi jazz”, con un occhio ai ritmi sudamericani, Ahi que arriba, Mani, Filastrocca. Emiliano Nigi, voce, Matteo Fusaro, pianoforte, Marco Del Giudice, chitarre, Nino Pellegrini, contrabbasso, David Domilici, percussioni e Riccardo Neri alla batteria, non disdegnano passaggi più soft, L’Omino sul Filo, Barche di Cartapesta, o vagamente retrò, Tanghero. Molto validi i sei brani live registrati a Livorno, specie la cover di Estate, e la noir-romanesca La Tacchinata der’52, mentre l’anima di Luigi Tenco pervade Oh che sarà. Gli Acquaforte sono dei tessitori di atmosfere, vivono un rapporto molto intimo con la musica e grazie anche alla invidiabile tecnica individuale riescono a trasmettere un feeling giusto, sobrio e dinamico nel contempo, e l’ascolto dei loro brani risulta estremamente piacevole.(A.R.)

RECENSIONE DE: Il Tirreno, 13/9/00

[…] Il lavoro di sperimentazione jazzistica su brani della canzone d’autore svolto dal quartetto è stato suggerito dall’ascolto dei grandi nomi del panorama jazzistico italiano, basta ricordare i lavori di Tiziana Ghiglioni, Paolo Fresu, Umberto Petrin ed altri. Il risultato è alla fine un repertorio omogeneo, ben caratterizzato e certamente non anonimo, che alterna momenti più blue ad altri più vivaci capaci di coinvolgere il pubblico presente per passionalità ed allegria. […]

RECENSIONE DI: Giancarlo Passarella, per www.musicalnew.com, 10/9/01


Il loro cd QUASI JAZZ presenta 9 brani live (con cover di Vinicio Capossela, Fabio Concato, Paolo Conte, Pino Daniele e Luigi Tenco), due di loro composizione ed una traccia video live: chiamarlo demo cd e' una vera e propria offesa! Credo veramente che il titolo QUASI JAZZ sia davvero il piu' esplicativo per capire il loro progetto musicale che non disdegna anche artisti di piu' ampio respiro e valenza, come Lucio Battisti. Ovviamente senza trascurare un logico Tom Waits e Charlie Mingus! Se vi e' della poesia insita in tanti brani di grandi autori italiani, allora Acquaforte cerca di valorizzarli in ogni sua sfumatura, anche per l'intrinseca predisposizione che molti di loro hanno per le atmosfere blues e swing cariche di energia e tensioni.
Credo comunque che loro stessi siano consapevoli della magia che e' nata dalla loro unione, […]. Quello del quartetto Acquaforte e' quindi un percorso, un viaggio nella musica italiana, per fare un parallelo con un'immagine cara alla letteratura ed all'iconografia legata alle atmosfere descritte dagli autori che andremo ad incontrare.!…"
Parole ambiziose, ben supportate dall'analisi del loro package e dal modo in cui si presentano on stage.

RECENSIONE DI: Giovanni Distasio per www.i-dbox.it, luglio ‘01

L' impossessarsi di brani di repertorio rock e pop rappresenta da qualche anno la nuova frontiera del jazz. I jazzisti più giovani rispettano allo stesso modo Cole Porter e Paul Simon, George Gershwin e i Beatles, rinnovando così il repertorio e creando "nuovi standards". Da qualche anno anche il jazz italiano, inizialmente un po' refrattario, si è adeguato e lavori d'alto livello (vedi Tiziana Ghiglioni, Maria Pia Devito e Danilo Rea) hanno fatto si che anche la canzone d'autore italiana entrasse nei jazz club. In questo quadro s'inserisce a perfezione questo cd demo dei livornesi Acquaforte, quartetto che ci propone delle belle riletture di brani d'autori italiani in una registrazione dal vivo. La scaletta presenta brani d'autori che hanno insite delle affinità col jazz, come Vinicio Capossela e Paolo Conte, ed altri d'autori più "classicamente" italiani come Luigi Tenco e Fabio Concato.
Ed è proprio in questi brani che si rivelano al meglio il gusto e la padronanza tecnica degli Acquaforte, così come in un'insolita "Je So Pazzo", dove il blues di Pino Daniele diventa un formidabile punto d'equilibrio tra un jazz classico e la canzone alla Tom Waits. E' presente inoltre in due versioni, quella dal vivo e quella registrata in studio, "Stufo", scritta dal pianista Matteo Fusaro, canzone molto ritmata, divertente e scanzonata, con un testo un po' surreale che ricorda il miglior Sergio Caputo. […]

Acquaforte ha avuto interessanti riconoscimenti:

* vincendo il concorso ASA 2001 per una compilation col brano “Acqua”

* venendo scelti dalla PHILIPS (tramite vitaminic S.p.A.) per una compilation con il brano “Stufo”, distribuito in 20.000 copie in tutto il mondo

* artisti del giorno 10/08/2001 su www.attikmusik.com

* hanno partecipato alla rassegna “Base x altezza” 2001, Livorno.

* recensiti da www.i-dbox.com , www.musicalnews.com e www.fanzine.net come gruppo di particolare spessore e preparazione professionale

* venendo scelti per una compilation da www.musicadalvivo.com

* primi classificati del premio DIACETUM FESTIVAL, Pelago, tenutosi il 20/7/03, scelti fra 80 gruppi provenienti da tutta Italia

* scelti come finalisti dal concorso indetto dall’ Ufficio Cultura e Spettacolo del Comune di Foggia, il 3/09/03